Lo scorrere dei giorni, il passare degli anni e delle stagioni, concorre a comporre la sinfonia della nostra vita. Qualche volta vestiamo i panni di direttore d’orchestra; qualche altra, somigliamo a un unico strumento e, altre ancora, ci ritroviamo spettatori.
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Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questa categoria.Risuona di città in citta
un grido
che impegna a risposta
immediata: adesso!
Adesso, vogliamo cambiare!
Adesso, vogliamo serietà!
Adesso, vogliamo onestà!
… Adesso, non vogliamo trastulli;
pochezza di pensiero,
luccichii per imbonirci
come tonti.
Adesso, vogliamo dignità;
legalità e giustizia uguale per tutti.
Adesso vogliamo riappropriarci
di giorni fin troppo piegati
a interessi meschini;
di parte,
per poche persone.
Adesso, vogliamo contare,
sfrattando il Sultano dal trono
su cui si è installato
e tutti i suoi prosseneti.
Adesso, vogliamo un Paese
normale,
non più barzelletta del mondo,
e un futuro a cui affidare
speranze
e non più illusioni deformi.
Non c’è vela, né vento,
nell’assonnato porto
del mio cuore.
Non c’è voce
ad incitare,
a riportarmi ancora
al largo,
sulle onde…
Come accadeva fino a ieri….
…
Sarà bonaccia ancora a lungo?
Ancora non piangono,
i rami spogli,
agitati dalla brezza del mattino.
Le gemme faticano
a mostrarsi col sorriso
che il sole induce, a tratti,
annunciando nuove albe.
Il torrente rumoreggia,
ma giunge afono
più a valle,
dove incontra la corrente
che fa fiume…
Là, il vociare si confonde;
e nel flusso disinvolto,
che tutto quanto inghiotte,
si livella ogni acqua...
Non di meno è assetata
questa martoriata Italia…
Lo si avverte in ogni dove;
lo si coglie in ogni strato…
in ogni classe,
in ogni gruppo…
Cosa serve alla riscossa?
A una nuova primavera?
Il coraggio di osare;
… forse.
Forse manca la speranza…;
forse un sogno condiviso,
da sognare
ancora in tanti.