Lo scorrere dei giorni, il passare degli anni e delle stagioni, concorre a comporre la sinfonia della nostra vita. Qualche volta vestiamo i panni di direttore d’orchestra; qualche altra, somigliamo a un unico strumento e, altre ancora, ci ritroviamo spettatori.
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Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questa categoria.Cresceva ora, lentamente,
come si cresce il grano nella spiga,
quel grumo piccolo di vita,
che seminammo un giorno,
assieme,
nel tuo ventre;
come nasconde il seme dentro il solco,
l’autunno il contadino,
aspettando che germogli a primavera.
E trasformavasi il tuo corpo giorno a giorno,
facendoti più bella;
di una bellezza nuova e misteriosa.
E dentro mutavamo anche noi due,
assieme alla creatura,
il cui volto ci era ignoto,
ma già amato tanto,
come il futuro nostro ancor sperato.
Io mi sentivo nuovo e forte molto,
accanto te che custodivi la sua vita,
come uno scrigno che racchiuda un gran tesoro.
…
Poi, venne al fine il giorno tanto atteso.
…
Fu con gran dolore per l’ evento,
che sbocciò, tra lacrime di gioia,
il tuo bambino
e figlio nostro.
Provai quel giorno un gran tormento,
accanto a te,
e una gran gioia.
Se ci ripenso, sento ancora, fremere di dentro,
la vita
come un grande sacramento.
Mi pentirò,
lo so per certo,
chiedendo venia
a petto e cuore,
ma per intanto
continuerò a corteggiarti
come fai tu
a tutte le ore
È il tuo profumo
che mi risveglia,
dopo il caffè,
quando mi alzo
la mattina,
e mi accompagna
per il giorno
fino a sera.
Tu sei suadente,
accattivante,
e sempre pronta
a dirmi si
in ogni frangente.
Non ti rifiuti mai,
non ti nascondi,
né accampi scuse
o tardi a farti viva
quando serve:
nel concitato attimo
immanente
od al contrario
pel beato attimo
fuggente.
In spire voluttuose
evanescenti,
avvolgi me,
il corpo mio,
e altra gente;
lasciandomi
con l’alito
ammorbante.
È come mare che increspa leggero
la sera;
come buio che sale dal suolo
e foggia la notte.
È giorno che si alza
al mattino;
stormire dolce
di fronde.
Sussurro portato
dal vento.
Parole d’amore,
approdate
all’orecchio.
Occhi che guardano dentro:
estatici, muti,
gioiosi.
Pace che narra
la vita