In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona.
Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
C’è una malattia che intacca il cuore e lo rende insensibile all’annuncio evangelico ed è la durezza di cuore. È frutto della chiusura in se stessi, della paura di aprirsi all’amore del Padre che abitualmente si manifesta attraverso le cose ordinarie della vita. È frutto della pretesa e della ricerca spasmodica del soprannaturale, della rincorsa a tutte quelle fantasiose manifestazioni religiose che hanno al centro presunte rivelazioni e apparizioni, è rifiuto della ricerca faticosa della fede che è soprattutto abbandono fiducioso nel Signore, affidamento sulla sua parola, accolta come stile di vita senza la pretesa di sapere in anticipo quello che sarà il nostro futuro, ma confidando che se ci abbandoniamo all’ Amore da questo non saremo mai traditi.