Share to Facebook Share to Twitter Share to Linkedin 

trad

Articoli più letti

02-05-2009

NON RIESCO A RASSEGNARMI

Miguel, è un nome che suona dolce come un claves. E tu eri una persona...

03-05-2009

SOLTANTO BARBARIE

  Cara Delara Darabi, io non so se tu eri colpevole come ti sare...

18-05-2009

ERA SOLTANTO UN SOGNO

Il barcone veleggiava, sì fa per dire, verso le coste africa...

06-06-2009

LO SPORT PREFERITO

Ci vuole un genio per fare le vere domande- diceva Oscar Wilde- e non ...

06 ago 2025
Parlavano del suo esodo Lc 9,28b-36
Scritto da Piergiorgio |
Letto 30 volte | Pubblicato in Sulla tua parola
Dimensione carattere Riduci grandezza carattere incrementa grandezza carattere
Valuta questo articolo
(0 voti)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.

Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Pensare la trasfigurazione come un momento di intimità consolatoria riservata a tre amici intimi, forse non coglie nel segno. Certo Pietro Giacomo e Giovanni possiamo anche considerarli amici intimi di Gesù, poiché lo sono anche tutti gli altri, così come lo è ciascuno di noi, ma sono anche tre figure tra i dodici che hanno mostrato in più occasioni di non comprendere o di travisare quanto il Signore operava e diceva, meritando il suo rimprovero. Anche in questo ci assomigliano o, se volete, noi somigliamo loro. Gesù sta per concludere la sua vita terrena con un clamoroso insuccesso: la cattura e la morte ignominiosa; tutto il contrario di quanto si attendono. La trasfigurazione serve dunque a mostrare loro che la morte non è la fine di tutto; che l’esodo che per Gesù si stava per compiere a Gerusalemme non coinciderà con l’apparente insuccesso terreno ma con la sua glorificazione. L’invito che viene rivolto loro dalla voce uscita dalla nube (voce di Dio) è di non tenere, di prestare ascolto al Figlio diletto ed eletto del Padre, abbandonando la ricerca del successo e del potere umano, terreno. È quanto è richiesto anche a noi perché solo l’amore che si fa dono fino a dare sè stessi, è ciò che suscita vita piena che non finirà con la morte.

 

 

1 iscritti

Iscrizione ai commenti

Ricevi le notifiche via email quando un nuovo commento viene aggiunto in questo intervento.

Contatti

Da:
Oggetto:
Nome:
Messaggio:
Please enter the following
 Help us prevent SPAM!

Accesso riservato

Copyright & Credits

I contenuti di questo sito non possono essere riprodotti, copiati, manipolati, pubblicati, trasferiti o caricati, con nessun mezzo, senza il consenso scritto dell'autore.

E' vietata l'utilizzazione, anche parziale, sia per scopi commerciali che no profit.

Chi avesse interesse ad usufruire di contenuti di questo sito è pregato di contattarmi.


Contatore visite

1989312
OggiOggi640
IeriIeri1072
Questa settimanaQuesta settimana6251
Questo meseQuesto mese10469
TuttiTutti1989312