42Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l'amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle.
43Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. 44Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo".
45Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: "Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi". 46Egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!
È fin troppo facile per noi che leggiamo quanto scritto nel vangelo, rappresentarci tutto come qualche cosa che riguarda altri e in altri tempi. Il Vangelo è sempre attuale, tutto dipende da come lo leggiamo e da quanto ci lasciamo interpellare. Più che ai farisei del suo tempo e ai dottori della legge di allora, l’ammonimento di Gesù circa il vivere in maniera bugiarda mostrandosi per quello che non si è riguarda noi, così come il caricare di pesi, che noi scansiamo, persone fragili e bisognose di comprensione, aiuto e misericordia, magari rifugiandoci dietro la difesa di principi non negoziabili ai quali noi stessi non ci atteniamo. Ciò che ci viene chiesto è essere attrattivi nell’amore, non sgherri di qualcuno attraverso quel moralismo acido e ripugnante che connota tante volte le persone che si definiscono religiose. L’amore disinteressato lo comprende chiunque. L’atteggiamento del “so io cosa ti serve e cosa è bene per te” allontana, giustamente le persone. Chiediamo al Signore che ci faccia capaci di ascolto empatico in ogni situazione perché il fratello, la sorella che abbiamo di fronte ci percepisca come persone non giudicanti, capaci di tenerezza e incoraggiamento a vivere in pienezza la propria esistenza.