
Piergiorgio
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Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questo blog.NON SIAMO SOVRANI SULLA TERRA K2_UNPUBLISHED
Definire terrificanti le immagini che ci raccontano del terremoto e dello tsunami che ha colpito il Giappone, penso sia ancora riduttivo. Talvolta ci mancano perfino le parole per poter definire in modo appropriato quanto accade, ed è difficile sottrarsi a domande profonde di senso circa il vivere su questo pianeta. Forse dobbiamo ammettere umilmente, con il sindaco di Hiroshima, Tadatoshi Akiba, che davvero non siamo sovrani sulla Terra. Riconoscere questo non significa abbandonarsi a un sentimento di tipo fatalistico, ma molto più semplicemente imparare a guardare con occhi meno presuntuosi alla natura e alle necessità che da uno sguardo meno rapace nei suoi confronti ne discendono.
UN SEGNO DI SPERANZA? K2_UNPUBLISHED
Non sono un politologo e quindi sono bel lontano dal volermi cimentare in analisi o prospettare scenari futuri riguardanti l’avvenire e lo sviluppo del quadro politico nazionale. Non posso però fare a meno di soffermarmi su un aspetto che ha attirato la mia curiosità oggi. Mi è suggerito da un servizio mandato in onda dal TG della 7 di questa sera, riguardante l’assise di Futuro e Libertà. Si metteva in evidenza un aspetto che altri telegiornali non hanno colto, e cioè come nel documento programmatico letto nell’occasione, ricorressero termini e concetti quasi identici a quello presentato, se ricordo bene, da Veltroni al Lingotto e come anche Fini sia ricorso ad una citazione, la stessa, identica, tolta dal libro del Piccolo Principe, che aveva usato sempre Veltroni nella già citata occasione.
LE FORMICHE DEL QUOTIDIANO K2_UNPUBLISHED
Lo spunto per questa breve riflessione, me lo offre un servizio mandato in onda ieri alla TV. Mostrava le reazioni contrariate e talvolta scomposte da parte di personalità note del mondo dello spettacolo, perché si fingeva di non conoscerle. Evidentemente il successo purchessia, per talune persone, rappresenta una sorta di droga di cui non possono fare a meno; così come l’ apparire, l’essere riverite e osannate. Oppure salire i gradini della scala gerarchica in un qualsiasi contesto: contare più degli altri. Avere potere. Pare che una delle ragioni sostanziali per le quali, nonostante tutto, (e qui ciascuno ci metta tutte le possibili varianti dello scontento assai diffuso in ogni strato della popolazione italiana) l’attuale governo, e quindi maggioranza che lo sostiene, continua a galleggiare, risieda nel fatto che una gran parte degli attuali parlamentari abbia come unica ragione per non andare a nuove elezioni, il timore concreto di non essere rieletti e, peggio ancora, il fatto che se la legislatura si dovesse interrompere, non potrebbero, con l’attuale normativa, beneficiare delle relative indennità dovute agli ex parlamentari. Infatti è richiesto l’aver maturato almeno un’intera legislatura. Quindi sono mossi da nobilissimi ideali!. Di fronte a tanto sfacelo, mi consolo guardando con immensa simpatia a tutte quelle persone che anche oggi, anche in questa situazione, continuano a tirare la carretta, senza sentirsi degli eroi; a fare il loro dovere di padri, di madri, di impiegati, operai, medici, magistrati, insegnanti, pensionati. Insomma di gente comune, che non abdica agli ideali di onestà, di solidarietà, di operosità quotidiana, per la semplice ragione che credono in quello che fanno e in quello che sono. Non sono mossi dalla avidità nel loro agire, o dal desiderio di sopraffare gli altri. Si sentono persone del tutto normali e invece sono degli autentici eroi che, come afferma lo scrittore Paulo Coelho, si limitano a fare ciò che ritengono necessario, affrontandone le conseguenze. Sono migliaia, centinai di migliaia. Di ogni strato sociale, di ogni colore, credo religioso e politico. Sono coloro che permettono a questo nostro scassato Paese, di non sprofondare. Che lo sappiano o meno, dimostrano di amare davvero i loro consimili. Allora desidero ringraziare tutte e ciascuna di queste innumerevoli formiche. Sono loro che aiutano a non perdere la speranza in un domani migliore. Tutti gli altri possono andare a morire ammazzati, come si dice a Roma.
SPETTACOLO INDECENTE K2_UNPUBLISHED
Provatevi a riavvolgere il nastro della registrazione della brutale aggressione nei confronti della giovane rumena Maricica. E ora riguardatelo, immaginando le sorti capovolte: una giovane donna italiana- chiamatela con un nome qualsiasi di vostra conoscenza- e al posto del suo aggressore italiano metteteci un giovane rumeno. Un nome qualsiasi di fantasia fra quelli più ricorrenti e il gioco è fatto. Ora non rimane che immaginare la canea e le dimostrazioni che ne sarebbero seguite, per non palare di come ci si sarebbe buttata a capofitto la stampa. Il copione è abbastanza noto, anche perché episodi in tal senso ce ne sono stati e sappiamo bene cosa è successo. Ora riguardatevi il tifo da stadio degli amici del giovane aggressore italiano al momento del suo arresto…
RIPORRE LA SPADA K2_UNPUBLISHED
«Che ci stiamo a fare qui?» Assieme al dolore, sincero o di circostanza, per la perdita della vita di quattro dei nostri soldati in Afghanistan, anche la domanda del sopravvissuto riportata dagli organi di stampa, dovrebbe interrogarci. Chiederci se siamo consapevoli o meno che in realtà, al di là di quanto ufficialmente si voglia far credere, in quel paese stiamo combattendo una guerra. Una guerra nella quale ci hanno trascinato quanti ci hanno persuaso che era l’unico modo per combattere il terrorismo.
IMPARIAMO DAI SASSI K2_UNPUBLISHED
Francesco d’Assisi è un uomo e un santo che mi è molto caro; ma non il Francesco di una certa iconografia, che ne fa una specie di melassa buona per ogni palato. Il Francesco vero, quello che si spoglia di ogni bene per condividere tutto di se stesso con i poveri e creare una fraternità universale. È una persona difficile da capire e ancor più da assumere a modello, perché così radicale nelle sue scelte, che ci lascia sgomenti. Certo, sarebbe una cosa senza senso e priva di significato, oggi, volerne imitare certe sue manifestazioni e non sarebbe nemmeno evangelico volerlo seguire nelle grotte umbre, vivendo come un senza dimora. Non è questo che ci è richiesto.
FARE MEMORIA K2_UNPUBLISHED
Questo articolo lo riprendo dal blog Vino nuovo. Sono stralci di una riflessione di Bill Tammeus - un predicatore presbiteriano che nell'attentato alle Torri Gemelle ha perso un nipote di 31 anni. Il testo completo è stato pubblicato sul sito del National Catholic Reporter. Mi pare una riflessione significativa e attuale. Anche per noi italiani.
IL VALZER DELLE CANDELE K2_UNPUBLISHED
Difficile appassionarsi per lo scontro politico in atto nel nostro Paese. Tanto più che in vista di possibili nuove elezioni, stiamo assistendo alla solita recita tra gli attori in campo. Scorrendo gli articoli di giornale, ascoltando i vari rappresentanti dei partiti, mi pare di assistere alla solita recita che risponde al solito copione. Non voglio fare del qualunquismo, e non metto tutti sullo stesso piano. So fare le debite distinzioni. Però come non cogliere fra le righe dei messaggi che ogni giorno ci vengono rivolti, una preoccupazione che pare farla da padrona?
PECUNIA NON OLET? K2_UNPUBLISHED
Sarà anche vero che, per dirla con gli antichi, pecunia non olet, ma certamente ci vuole davvero un odorato azzerato del tutto e il pelo alto una spanna sullo stomaco, per affermarlo in questi giorni dinanzi alla stravagante visita del leader libico Gheddafi.
APPAIO QUINDI SONO K2_UNPUBLISHED
Mi sono chiesto e mi chiedo tante volte cosa interessi maggiormente a quanti, politici, prelati, cantanti, attori e via elencando, sono perennemente sotto i riflettori. Spero di sbagliarmi, ma la risposta che mi sono data è: apparire. Temo che quella dell’apparire; essere in prima pagina, sia una delle più sottili e diaboliche tentazioni, per la quale si possa essere disposti a passare sopra tante altre cose. Forse anche alla propria coscienza. E l’ambizione dell’apparire ad ogni costo, si coniuga molto bene anche con la ricerca del consenso ad ogni costo. Cosa non si fa per avere consenso!