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Ultima modifica Domenica 24 Aprile 2011 08:12
22 dic 2010
DIO POVERO
Scritto da Piergiorgio |
Letto 4859 volte | Pubblicato in Il mio blog
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Caro Gesù, ormai si approssima Natale, e immagino che tu non voglia rinunciare a nascere ancora una volta, perché suppongo che anche quando l’hai fatto ormai più di duemila anni or sono, non è che la situazione qui da noi fosse poi tanto migliore, o sbaglio? A stare a quanto sappiamo dalla storia, gli uomini, non tutti naturalmente, non se la passavano poi tanto bene.

Eppure non rinunciasti solo per questo a far quel balzo dentro la nostra storia che ci ha permesso di guardare Dio in faccia senza morire. E lo facesti nel modo più inaspettato; decisamente fuori dai canoni che noi ti avremmo posto per farci visita. Lo facesti nel modo per noi così ordinario di prendere posto dentro i meandri della storia, da farci dubitare che in quel bambino povero, nato a Betlemme, fossi presente proprio tu: l’Altissimo, l’Onnipotente, Inaccessibile Signore. E, infatti, siamo ancora in molti a dubitare che sia accaduto per davvero, perché noi abbiamo bisogno, ma tu lo sai, di raffigurarti tanto diverso, da poterti rimettere al tuo posto: lassù, in cielo fra le nuvole, o ancora più lontano, negli spazi siderali, dell’universo più distante, così da continuare, indisturbati, a poter filosofare sulla tua esistenza. Oggi troveresti più difficoltoso nascere a Betlemme come quella volta, perché è diventata una prigione a cielo aperto; una specie di cortile per l’ora d’aria ai detenuti. Magari sceglieresti di nascere in Africa, un continente quasi dimenticato. O forse no, per non dover da grande anche tu emigrare, passando per il deserto e per la Libia e poi essere respinto a Lampedusa. Oppure potresti nascere in qualche favela sudamericana, rischiando di non arrivare alla maggiore età. Chissà, forse sceglieresti per madre una qualche precaria italiana e per farti da padre un qualche disoccupato costretto a stare anche la notte della tua nascita in cima a qualche gru o a qualche torre. Quello che non riesco a immaginare, è che tu possa scegliere di nascere in Vaticano, oppure a palazzo Grazioli e neanche al Cremlino o alla Casa Bianca, insomma in qualcuno dei palazzi dei moderni imperi. Magari, se dovessi scegliere di nascere qui a Trento, perché provincia autonoma e dove si sta abbastanza bene, i tuoi genitori, immaginando che venissero da fuori, per ricercare lavoro, sarebbero costretti a soggiornare all’ ex Italcementi o alla ex Sloi, là dove si rifugiano, al presente, un pugno di immigrati e anche dei Rom, Devi sapere, infatti, che anche da noi è difficile per una famiglia, trovare accoglienza in qualche dormitorio, o in altre strutture, a meno di non dividere il gruppo famigliare. Però, nel caso soggiornassi, anche per pochi giorni, nelle strutture che ti ho detto, son certo troveresti del calore umano, assieme a cose anche meno belle. Comunque avresti anche oggi dei pastori a farti compagnia ed a cantarti pure la ninna nanna. Meglio che in duomo, credimi, anche se fatto da qualche splendida corale. Comunque sia, permettimi di ringraziarti, perché tu non ti stanchi mai, di farci questa sorpresa, e dimostrarci che nutri ancora speranza in tutti noi. È questo che ai miei occhi ti fa speciale; sempre desiderabile, credibile e avvincente. E non demordi mai. Ti ripresenti a noi sempre bambino; una creatura fragile, tutt’altro che onnipotente. Direi perfino inutile, perché un bambino non “serve” proprio a niente. È dono e basta. Un dono povero, tanto che si può dire non sia neanche una bestemmia, chiamarti come fa qualcuno, Dio povero. Semmai un titolo d’ onore; almeno lasciamelo pensare. Grazie, dunque, Gesù.

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