Forse sembrerà una domanda banale, oppure no. Di certo tutti siamo alla ricerca della felicità, soltanto che molto spesso la cerchiamo in cose che non ce la possono dare: nel possesso, nel denaro, nell’affermazione di noi stessi, nel potere, nel successo…
A quanto pare, come quando da bambini giocavamo a nascondino e cercavamo in luoghi tanti improbabili quanto lontani, i nostri avversari, per poi ritrovarceli alle nostre spalle, accade così anche per la felicità. A te che occupi un posto di responsabilità, sei omaggiato con titoli altosonanti, sei circondato da yes man, ti basta uno schiocchiar di dita per essere ubbidito, vorrei chiedere: sei felice? A te che ti fregi del titolo di onorevole, ricevi un ottimo compenso, hai benefici che altri neppure sognano e pensi che i privilegi di cui godi siano un tuo diritto, domando: sei davvero felice? Tu che guadagni in un solo mese quanto la maggior parte delle persone non guadagnano neanche in un’intera vita, reputi giusto ed equo quello di cui disponi, davvero ti senti felice, in armonia con te stesso? Tu che della violenza hai fatto la tua ragione di essere, giustificandoti con i torti subiti, oppure perché la consideri l’unico strumento adatto per far valere le tue ragioni, davvero ti senti felice? Tu che passi davanti al povero mortificandolo, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo e ritieni che solo quanti sanno farsi strada nella vita, non importa come e in quale modo, abbia diritto a esistere, tu, sei davvero felice? Bontà, generosità, altruismo, a molti, troppi, sembrano valori antiquati. Eppure, lo afferma la psicologia positiva, le persone generose sono più felici delle altre. Quindi non si tratta di rispondere a degli imperativi morali o di onorare precetti religiosi. A ben guardare, fondare la propria vita su basi contrapposte a quelle che ci suggerisce la mentalità corrente, è conveniente prima di tutto per noi stessi, poi perché contribuirebbe a creare una società migliore, più giusta, solidale, armoniosa, nella quale ci sia spazio per tutti e per ciascuno. Il sistema in auge ora, è sotto gli occhi di tutti, fa acqua da tutte le parti; lo vediamo quotidianamente. Perché non fare diversamente? Senza attendere improbabili trasformazioni di carattere strutturale, possiamo sperimentare modi nuovi di vivere nel nostro quotidiano, verificando se quanto detto ha un fondamento o se si tratta di pura illusione. In fondo non ci costa niente, provare, per un giorno, una settimana, un mese, a comportarci diversamente: essere più generosi, altruisti, benevoli, per il puro piacere di farlo. Sono certo che il risultato sarebbe così stupefacente, da farci rimpiangere il tempo perduto. Si creerebbe una catena tale, in grado di cambiare la nostra vita e il mondo. Provare per credere.