Non serve essere degli esperti sociologi e neppure dei navigati economisti per comprendere come va davvero il mondo.
Basterebbe uno sguardo un poco più attento a ciò che ci accade attorno, magari perfino dentro il proprio condominio, oppure nel proprio quartiere o nel paesino, quello più sperduto in qualche nostra periferia, per accorgersi del divario esistente tra chi fatica a campare e chi invece, pur nelle difficoltà del presente, riesce tuttavia a non farsi mancare, accanto al necessario, una lista più o meno lunga di beni non altrettanto indispensabili per una vita che sia minimamente dignitosa. Se poi allarghiamo lo sguardo un po’ oltre – e anche qui non serve una grande fatica, basterebbe leggere qualche cosa in più del niente al quale demandano la propria ignoranza in troppi – per apprendere quanto la povertà, meglio i POVERI, siano in crescita in Italia per non parlare del resto del mondo. Gli squilibri in campo economico, sociale, nel campo dei diritti, l’epidemia ha contribuito e farli crescere in maniera abnorme. Per meglio dire: non è stata l’epidemia a farli prosperare, quanto a metterli in luce; a mettere in luce le storture che stanno alla base di una architettura del mondo e delle società basata sulla predominanza di una economia e di una finanza di rapina che ha dei precisi responsabili e che, oltre ad arricchire in modo vergognoso se stessi e, al più, la stretta cerchia dei parenti più prossimi, riescono pure a far credere a chi sta male che la colpa è di chi sta peggio di loro. C’è chi ha beneficiato dell’epidemia da coronavirus facendo soldi a palate. Mentre una ristretta cerchia di super miliardari ha visto crescere in modo vertiginoso la propria ricchezza, milioni di persone hanno perduto il loro posto di lavoro. Addirittura ci sono stati miliardari che hanno tratto beneficio dalla chiusura di piccole imprese, soprattutto nel campo delle tecnologia digitali. I numeri e le statistiche sono da capogiro, ma i numeri e le statistiche sono aride. Anche conoscendole non dicono molto per il semplice fatto che dietro quei numeri ci è impedito vedere die volti; delle situazioni di vita, persone che non hanno di che vivere e di che mangiare. Le situazioni di sofferenza e di privazione sono davvero tante; troppe. Ne voglio riportare una he mi ha particolarmente colpito. In Siria il 90% DELLA POPOLAZIONE VIVE SOTTO LA SOGLIA DI POVERTÀ. Ci sono famiglie che hanno dovuto rinunciare a un pasto perché non riescono a comprare il cibo necessario. Nonostante la situazione drammatica in cui vivono, racconta un volontario che ha incontrato molte di quelle persone, riescono perfino a mostrarsi interessate a ciò che succede in Italia e a come sta la gente da noi. È proprio vero che solo chi sa che significa fame e miseria ha cuore e animo per interessarsi degli altri. Al contrario, i ricchi e i gaudenti, come affermava Evagrio Pontico, monaco del IV secolo dopo Cristo, sono come il mare che pur ricevendo acqua da un gran numero di fiumi non si riempie mai, allo stesso modo la brama dell’avaro non si sazia di ricchezze: sono duplicate, ed ecco che desidera che ancora raddoppino, e non smette mai di raddoppiarle, finché la morte non lo sottrae a questa interminabile preoccupazione.