Ha suscitato unanime cordoglio la morte del Presidente del Palamento Europeo, Davide Sassoli, e non c’è commentatore che non si sia prodigato nell’enumerare le sue riconosciute qualità di giornalista, di politico e di uomo.
Mi chiedo perché mai non poche di queste sue prerogative vengano affermate solo ora che è morto e non quando era in vita. È il destino, a quanto pare, di tutti, ma nel caso di Sassoli forse hanno un peso diverso perché è di persone come lui che la buona politica aveva e avrebbe bisogno. Ciò che rattrista è che tante volte hanno più spazio mediatico personaggi della politica che in una edizione aggiornata della Commedia di Dante troverebbero posto assicurato all’inferno, piuttosto che modelli che possono essere additati ad esempio senza con questo correre il rischio di farne degli idoli da omaggiare e a cui inchinarsi. Sì, perché tra le virtù di Davide Sassoli c’era certamente anche l’umiltà e la pacatezza nel parlare, la capacità di argomentare e sostenere con forza le ragioni ideali che lo sostenevano, caratteristiche che non sono capi di vestiario abituali in non poche persone che accedono a posti di responsabilità istituzionali o che rivestono un qualche incarico pubblico. La buona politica c’è ancora ed è fatta da buoni politici. Magari saranno una minoranza o forse no; difficile quantificarli. Se sono in numero maggiori di quanto sembri, probabilmente non lo si avverte perché non fanno rumore e forse anche perché non pesano al momento delle decisioni. Quanti fanno rumore, si agitano, rumoreggiano e sono portatori di interessi personali e inconfessabili, fanno più audience e contano molto di più. Basta guardare in casa nostra, al momento attuale, e a quanto sta accadendo dietro le quinte in vista della elezione del prossimo Presidente della Repubblica per farsi cascare le braccia e dirsi che non c’è rimedio; che siamo messi proprio male. E allora se una lezione ci arriva da una persona come Davide Sassoli è proprio una lezione di speranza, di incoraggiamento; un invito all’impegno che è necessariamente oneroso se si vuole che la politica torni ad essere una buona politica e chi la fa ad esserne degno, e che la si fa per promuovere il bene comune, avendo sempre presente che i primi a doverne beneficiare sono quanti generalmente sono trascurati e dei quali non ci occupa mai abbastanza, che sono privati dei diritti elementari. Grazie Davide per esserci stato. A Dio.