Mai come di questi tempi è divenuto importante, direi doveroso, parlare della Resistenza italiana, di ciò che ha significato per il nostro Paese, delle ragioni che l’hanno suscitata, delle persone che ne hanno preso parte,
dei molteplici orientamenti politici che le hanno contrassegnate. Se i valori espressi in quel fenomeno di opposizione al nazifascismo che va sotto il nome di Resistenza e che stanno alla base della nostra Costituzione e della Repubblica italiana non sono ancora patrimonio comune di tutti noi cittadini, è anche perché in tanti modi diversi sono stati traditi; perché non se ne è fatto memoria, perché le convenienze politiche hanno consentito, a chi all’epoca stava dalla parte sbagliata, di poter continuare a dirsi fascista senza pagare mai pegno. Il fenomeno resistenziale è stato un fenomeno complesso e non riducibile soltanto alla lotta armata delle varie formazione partigiane. Ci sono state anche tante persone che hanno fatto la resistenza senza imbracciare le armi e senza uccidere nessuno. Ci sono state persone, enti e realtà sociali e religiose che hanno contribuito a nascondere e salvare migliaia di persone da rastrellamenti, imprigionamenti e morte certa. Ciascuna persona che si è sentita interpellata da quanto accadeva in quel momento tragico per il nostro Paese ha contribuito secondo possibilità, capacità, coscienza e idealità a combattere contro quel sistema di oppressione e morte che aveva nome fascismo e nazismo. La Resistenza è stata una lotta, spesso cruenta, di liberazione all’insegna del mai più la guerra; tant’è vero che lo si è voluto mettere in Costituzione all’articolo 11. Oggi è al governo dell’Itala una forza politica che non riesce a dirsi antifascista perché non ha ancora fatto del tutto i conti con il proprio passato, con la storia da cui proviene che ha legami certi con il fascismo. Anche le tante persone, giovani e meno giovani, che non hanno molta dimestichezza con la nostra storia passata, rischiano con la loro ignoranza e/o indifferenza di risultare facile massa di manovra o inconsapevoli strumento di diffusione di quella sub cultura che pone al centro l’interesse egoico dei pochi privilegiati, a discapito dei molti, con la presunta difesa di una inesistente identità etica che sarebbe minaccia. Dobbiamo tornare a impossessarci e far nostri quei sentimenti di coraggio, nobiltà, generosità, spirito di sacrificio, amore per la libertà ecc. di cui trasudano le tante lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana, non solo per fare memoria di loro, ma soprattutto per onorarli, come è doveroso, cercando di trasformare i loro sogni in realtà e contribuire a far rinascere il nostro malandato Paese.