C’è un gran parlare in questi giorni attorno ai feroci attacchi da parte di Hamas in Israele e alla ritorsione in atto da parte di quest’ultimo su Gaza.
È doveroso analizzare il complesso contesto, la storia, la cronaca per comprendere il perché di un conflitto che si trascina da decenni. Purtroppo ci sono tante persone che non fanno il minimo sforzo in tal senso e preferiscono schierarsi da una parte o dall’altra quasi ci trovassimo davanti ad una partita di calcio. Invece quanto si vive in quella terra che noi amiamo definire “santa” è quanto di più tragico si possa immaginare. Convivono forzatamente due popoli che in altri tempi sono stati fratelli, che si somigliano per tanti aspetti, che rivendicano il possesso della medesima terra e che si combattono da più di 70 anni. Ragioni e torti stanno da entrambe le parti e pure le violenze, sia quelle agite che quelle affidate alle parole. Da entrambe le parti ci sono settori fanatici e intolleranti che perseguono lo stesso scopo: l’annientamento dell’avversario. L’odio pare il pane di cui si nutrono in tanti: odio che provoca violenza su violenza in una catena che pare non dover o poter cessare mai. I vari tentativi si soluzione negoziale del conflitto in atto, accanto a sinceri interpreti di quella volontà, hanno visto sulla scena in posizioni più o meno di primo piano anche soggetti che, o affermandolo in modo esplicito, oppure ricorrendo a circonlocuzioni volte a confondere le opinioni pubbliche e prendere tempo, hanno sempre lavorato contro la pace. Gli attacchi terroristici portati da Hamas nei giorni scorsi non hanno e non possono avere alcuna giustificazione, neppure facendo ricorso a tutte le angherie e violenze perpetrate dallo stato d’Israele nei confronti dei palestinesi in tanti anni. Detto questo però va anche riconosciuto con forza e detto a voce alta che la violenza indiscriminata agita in passato e al presente dallo stato israeliano e dai coloni che occupano, contro il diritto internazionale, le terre rubate ai palestinesi non hanno giustificazione di sorta. Dovrebbe essere chiaro a tutti ormai che la violenza non può che generare altra violenza, la ritorsione produrre vendetta in un girone infernale. In nome delle vittime innocenti di entrambe le parti il mondo intero dovrebbe a una sola voce dire: basta! Basta guerra, basta violenza. Facciamo la pace, pace vera nella giustizia e nel riconoscimento reciproco di ebrei e palestinesi a vivere assieme senza più bambini impossibilitati a diventare adulti a causa della stupidità degli adulti.