La risposta di Caino a Dio, che in Genesi risuona come rifiuto all’impegno di responsabilità che l’essere parte della stessa umanità, comporta, è la medesima che è risuonata ininterrottamente nel corso della storia e che tutt’ora risuona, talvolta sinistramente, magari ammantata persino da giustificazioni di carattere religioso. Eppure, a ben guardare, siamo geneticamente fatti per l’empatia: quindi costituiti, predisposti per la compassione; per la comprensione e la solidarietà verso i nostri simili. Segno che l’occuparsi della felicità degli altri, è parte integrante del nostro essere uomini e viene prima ancora di ogni teorizzazione etica o morale.
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Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questa categoria.“Mi hanno calpestata,
dappertutto;
erano in tanti a farlo.
Poi mi hanno
colpita
al ventre
con ascia.
Non so come,
sono viva.”
Povera
inerme
sorella
Taos.
Sedici anni
son pochi,
per vivere tanta
tragedia.
Chi muove le menti
le mani,
chi il cuore
di tanto assassini?
E perché?
A chi giova
tanto sangue
versato
sull’altare del nulla
più assurdo;
corpi squarciati,
violati,
quasi fossero
bestie al macello?
Algeria mattatoio
infinito!
Grido soffocato
due volte:
nel buio dagli assassini,
a occidente
dal silenzio interrotto
solo a tratti,
quando anche
il deserto più spoglio,
si fa grido
domanda
perché.
Poi,
cade ancora il silenzio,
come manto che copra
ogni cosa.
Fino al prossimo
Grido...
Morire a vent’anni,
si può?
E poi ancora:
a quel modo,
e perché?
Un sorriso
da bimba
trasognata,
in un corpo
più vecchio
di te.
Eri questo,
ai miei occhi.
Non capivo,
e con rabbia impotente,
guardavo ai tuoi giorni.
Avrei opposto
il mio corpo
alla morte,
con duello sincero,
se soltanto avessi
potuto...
Ma il sentiero su cui
camminavi
è sentiero assai arduo
per tutti
E’ il sentiero della vita;
sentiero di
libertà.
Ancora grondano
sangue
i giorni dell’uomo.
Ancora è il fiele dell’astio,
il livore omicida,
ad aprire le danze,
in questo inizio d’ anno.
Mi sono tutti Fratelli:
i morti,
i feriti,
gli straziati nel cuore.
E non solo, perché anch’essi cristiani.
Lo sono perché inermi persone.
… Come tutte le vittime,
in ogni parte del globo.
Perché avevano in comune,
con me,
l’ amore alla Vita:
un sogno ancora da sognare.
Un desiderio soltanto abbozzato,
di essere dono
per gli altri…
E il loro canto si faceva preghiera;
la loro fede,
speranza di giorni migliori…;
per ciascuno.
… E anche perdono.
Anche per quanti
hanno il vuoto,
che dentro li avvolge
nel buio,
e che chiamano,
bestemmiando,
col nome di dio.