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Ultima modifica Mercoledì 09 Novembre 2022 06:57
09 nov 2022
Ma egli parlava del tempio del suo corpo Gv 2,13-22
Scritto da Piergiorgio |
Letto 933 volte | Pubblicato in Sulla tua parola
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13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.

15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: "Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!". 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.

18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: "Quale segno ci mostri per fare queste cose?". 19Rispose loro Gesù: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere". 20Gli dissero allora i Giudei: "Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?". 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Coloro che hanno più facilmente sulla bocca il termine dio sono anche quelli che il più delle volte esigono, pretendono un segno clamoroso per credere. Succedeva ai tempi di Gesù e succede anche ora. Non sanno vedere la presenza del Padre nell’ordinarietà della vita e soprattutto nel volto dei fratelli, specie se “brutti, sporchi e… cattivi”, come amano definire quanti non corrispondono ai propri criteri di “bellezza”. Il tempio che più è profanato al giorno d’oggi è, come sempre per altro,  il corpo delle persone, le loro vite concrete, mentre al contempo si magnificano le costruzioni di sassi, ci si gloria delle cerimonie, religiose e laiche. Come si commerciava dentro il tempio di Gerusalemme, a danno delle persone, così oggi si commercia nel templi laici della borsa e del mercato e talvolta anche nel templi religiosi a danno delle perone. Ma c’è una speranza che nessuno potrà mai estinguere perché più forte anche della morte e che affonda nell’evento Gesù di Nazareth, il Dio fattosi solidale con tutti gli apparenti sconfitti della storia. È vero, il potere, il denaro, le ingiustizie perpetrate a danno di milioni di persone possono sembrare vincenti, ma noi crediamo che non sia così e che nonostante tutte le apparenze, sarà resa giustizia a tutte le vittime dell’egoismo umano e noi come credenti siamo chiamati e proclamare questa speranza  operando concretamente all’avvento del Regno.

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