Per quanto vecchio e logoro dall’uso fattone anche in passato, pare funzioni ancora, o quantomeno pare ci credano ancora quanti ne fanno uso per catturare consensi in campagna elettorale.
Stiamo parlando di slogan ad effetto, fatti di parole e ancor più di immagini per veicolare un’idea di leader alla mano, persona della porta accanto, quasi un famigliare. Ma mentono, sapendo di mentire e anche quanti ci credono, o fingono di crederci, sotto sotto sanno bene che le cose non stanno così, che non avranno mai la possibilità di bere un caffè al bar con la persona che fino al giorno prima delle elezioni li faceva sentire unici destinatari di attenzione. La parte in commedia raggiunge esiti parossistici quando, come sta accadendo, si proietta su schermo nazionale l’idea truffaldina (come altro definirla se no?) di candidatura al parlamento europeo, sapendo in anticipo che i voti chiesti agli elettori non serviranno a mandare al parlamento europeo la persona indicata, ma altre. E allora perché lo si fa? La risposta più semplice e ovvia è perché si è personalizzata la politica e la si personalizza fino al punto, come si fa nei talk show di intrattenimento, di chiamare col nome di battesimo, in modo confidenziale, il candidato, la candidata. Un tempo era di moda il Silvio nazionale, ora va per la maggiore la Giorgia che convintamente afferma: «La maggior parte di cittadini che si rivolge a me continua a chiamarmi semplicemente Giorgia, è una cosa che mi rende fiera, estremamente importante per me. Sarò sempre una persona a cui dare del tu, senza formalismi e senza distanza, perché questo ruolo difficilissimo non mi cambierà, il potere non mi imbriglierà e il palazzo non mi isolerà» (fonte https://www.open.online/2024/04/29/giorgia-meloni-detta-giorgia-scheda-elezioni-europee/) Come dicevo più sopra tutto questo è così antico, da sapere di rancido. Ciò a cui mira la Giorgia nazionale, è a una sorta di referendum sul suo governo che la proietti in sede europea come leader forte con cui fare i conti. È anche maquillage politico, forte del consenso personale di cui pare ancora godere, per celare i non pochi problemi in capo al suo governo che attendono soluzione o che, quando l’hanno ricevuta, non è stata all’altezza delle aspettative indotte in precedenza quando dall’opposizione era tanto facile fare la voce grossa, promettendo mari e monti. Sono dell’avviso che ogni elettore o elettrice sia giustamente libero/a di votare per chi crede meglio, ma non dovrebbe mai farlo ad occhi chiusi e soprattutto dovrebbe imparare a saper distinguere la propaganda dalle proposte in campo delle varie forze politiche, a differenze di come agiscono le prede della pianta carnivora Dionaea muscipula, chiamata volgarmente venere acchiappamosche, attratte dal suo aspetto piacevole ma che una volta catturate non fanno proprio una bella fine.