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21 lug 2011
DIRITTI, NON FAVORI
Scritto da Piergiorgio |
Letto 3977 volte | Pubblicato in Il mio blog
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Emergenza umanitaria, l’ha definita, l’ONU, la situazione alimentare in Somalia. Una condizione, ci spiegano i mass media, che si verifica quando il numero di bambini malnutriti supera il 30% e ne muoiono due al giorno su diecimila. In alcune zone di quel Paese, la percentuale di malnutriti ha superato il 50% e i bambini che muoiono, ogni giorno, sono giunti a 6. Anche le statistiche, in questo computo di morte, vogliono la propria parte.
Che succederebbe, in una qualsiasi città o paese d’Italia, se si scoprisse che in una famiglia, poniamo mediamente numerosa, si constatasse che uno o più membri di quel nucleo famigliare sta soffrendo di malnutrizione e che corresse reale pericolo di morte, a fronte di una situazione, per altri membri della stessa famiglia, di relativo benessere, abbondanza di nutrizione, spreco di alimenti, scialacquio di risorse? Facile immaginare la canea che si scatenerebbe nei confronti dei congiunti che anziché occuparsi del benessere dei propri cari che stanno male, pensano a gozzovigliare, indifferenti alla loro situazione. Eppure, a ben pensarci, è quanto avviene quotidianamente nel mondo e, se vogliamo, fate le debite proporzioni, pure all’interno del nostro bene amato Paese. Ma finanche dentro le nostre stesse comunità di appartenenza. Certo, magari da noi non si muore proprio di malnutrizione, però si fatica a sbarcare il lunario, a giungere a fine mese. E questo perché? Essenzialmente perché viviamo in un sistema socio economico che si regge sulla necessità che esistano dei poveri; ai quali, nella migliore delle ipotesi giungono le briciole come atto di generosità. Quello che sta avvenendo è un vero e proprio crimine. Attardarsi a trovare responsabili dentro la cerchi più ristretta e prossima a chi vive, ormai senza neanche più la disperazione per reagire, questo terribile flagello, un vero e proprio genocidio per fame, è banditesco. Così come è da delinquenziale da parte di tutti noi non fare abbastanza per operare un cambiamento su larga scala, lottando perché diventino diritti quelli che oggi sono considerati dei semplici favori fatti per tacitare le nostre coscienze.

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