Lo dico sommessamente, ciò che mi incute paura, ciò che mi preoccupa, non sono le esplosioni di violenza criminale fascista come quella accaduta a Macerta; odiosa, terribile, sicuramente condannabile dalla maggior parte delle persone, per l’efferatezza agita.
Quello che ci deve interrogare e spingere a reagire con maggiore decisione, con maggiore fermezza e senza tentennamenti è quella seminata quotidianamente dai tanti che lo fanno usando un linguaggio all’apparenza meno minaccioso e volgare, quelli che affermano io non son razziata, però… Però basta con i musulmani, basta con gli zingari, basta con gli immigrati, basta con questi disperati che vivono per strada. Quelli che: quanto è accaduto è condannabile, però la colpa è di chi ha permesso questa invasione di profughi e migranti. Quanti non hanno motivi e ragioni per condannare senza se e senza ma comportamenti razzisti e xenofobi: Quanti si propongono come i risolutori persuasivi di tutte le contraddizioni, le fatiche, i conflitti inevitabili che un cambiamento epocale porta ineluttabilmente con sé, non già a partire da un’analisi ragionata dei fenomeni, ma sulla base di impulsi emozionali derivanti dalla incapacità di relazionarsi con le persone e con i problemi che sono tanti e non sempre di facile soluzione. Insomma io temo la banalità dei troppi che riducono a semplificazioni da osteria i problemi complessi, l’indifferenza dei più dinanzi a comportamenti che denotano insofferenza e disgusto per il diverso, l’insipienza di classi che si autodefiniscono dirigenti e che sanno soltanto sbraitare contro tutto e tutti, la manifesta declamazione di ideologie morte, rigorosamente sanzionate dalla storia e surrettiziamente introdotte da personaggi che dimostrano tutta la loro pochezza intellettuale. Temo anche il disincanto di molti, la disaffezione di tanti per la cosa pubblica, il rifugiarsi nel privato, nel personale, ritenendolo rifugio sicuro contro la temperie del momento. Temo pure l’incapacità di saper vedere, di saper mostrare e adeguatamente rappresentare quanto di buono, di bello, di vero, di positivo esiste, avviene e quotidianamente germoglia ovunque; vicino o lontano da noi. Credo che alla violenza verbale, fisica, ideologica si debba rispondere certamente opponendosi in tutte le sedi e con tutti gli strumenti che la democrazia consente, ma senza mai cadere nella trappola di rispondere con la stessa moneta. La forza di chi si oppone alla rinascita di fenomeni che pensavamo definitivamente relegati nel passato sta soprattutto nel dimostrarsi diversi, migliori, umanamente più liberi e capaci di offrire risposte adeguate ai problemi presenti, nel segno dell’inclusione e del rispetto della dignità di tutti e di ciascuno, credendo che il bene e il giusto è davvero migliore e più conveniente del male, dell’ingiusto, del negativo, comunque si manifesti.