In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro».
Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti.
E diceva: «Ciò che esce dall'uomo è quello che rende impuro l'uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e rendono impuro l'uomo».
Per comprendere l’affermazione clamorosa di Gesù nel vangelo di oggi è necessario sapere quali e quanti riti di purificazione, di alimenti giudicati impuri, quindi non mangiabili, proibiti erano previsti dalla legge alla quale, un pio ebreo, era tenuto a quel tempo. La casistica è davvero impressionante. Basta leggere il libro del Levitico. L’affermazione di Gesù sul puro e l’impuro, ma più ancora la chiosa dell’evangelista che afferma che così parlando rendeva puri tutti gli alimenti, dovette essere scioccante anche per i suoi discepoli, tanto che dovette riprendere con loro l’argomento e chiarirlo, per così dire, mostrando cosa davvero rende impuro, indegno l’uomo: ciò che esce dall’uomo è ciò che va cambiato perché è nel cuore dell’uomo che originano tutte le malvagità che si compiono. A distanza di oltre duemila anni ancora, molti cristiani, non lo hanno compreso, se è vero che si attengono più alle cose esteriori, alle consuetudini, che a quanto ci umanizza e ci rende fratelli.