
Piergiorgio
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Quanto sta emergendo in questi giorni e che fa seguito al clamore suscitato dall’uscita del libro Sua Santità, del giornalista Gianluigi Nuzzi, non fa certo onore ai vertici ecclesiastici e interroga profondamente ogni credente. Lasciamo da parte per un momento le esternazioni di dolore del Papa e del suo entourage e chiediamoci piuttosto quale immagine di chiesa si rivela da tutta la faccenda.
Bastardi K2_UNPUBLISHED
Magari vi dite uomini;
uomini d’onore,
ma siete solo omuncoli,
bastardi e pure vili.
Tramate di nascosto
vivete entro l’ombra;
il sole a voi fa male,
rivelerebbe il poco di cui siete
imbastiti.
Vi manca la parola con cui
farvi capire.
Avete solo mani addestrate
ad ammazzare.
In questo siete bravi ma meno
delle belve;
loro lo fanno per nutrirsi,
voi solo per far male.
Sparando anche sui figli
vi confessate bassi;
è la misura vostra, spregevoli perdenti.
DALLA PARTE DELLA VITA K2_UNPUBLISHED
“Non si può spegnere il fuoco col fuoco, asciugare l’acqua coll’acqua, combattere il male col male”, scriveva Tolstoj in una lettera all’amico Engelgardt. Ci sono sempre stati e ci sono ancora al presente, coloro che ritengono possibile il contrario. Tra questi anche coloro che hanno sparato, ferendolo alle gambe, nei giorni scorsi, Roberto Adinolfi. Siamo di fronte a una nuova insorgenza del fenomeno, purtroppo già conosciuto in passato nel nostro Paese, del terrorismo? Difficile dirsi. Certamente la disgregazione sociale del momento presente rappresenta un terreno fertile per una sua possibile rinascita.
Sì, invecchiare K2_UNPUBLISHED
Qualcuno non lo accetta
si aggrappa al suo passato
si affligge, si addolora
nella speranza vana
di farlo rinverdire.
Ma il tempo scorre e passa
ritmando i nostri passi
senza temporeggiare.
Va solamente accolto
guardandolo negli occhi
ospitandolo nel cuore
facendoselo amico.
Allora offrirà saggezza,
serenità e pace.
S’impara ad invecchiare
ricalibrando il passo
a misura del respiro
dei battiti del cuore
che chiedon contemplare
la vita che continua
e ciò che abbiam offerto
o ricevuto in dono:
i frutti che sono nati
o che matureranno
diversi e anche più belli
di come immaginati.
Imparando a ringraziare
e custodendo il tutto
in un presente eterno
conosceremo infine
la libertà dal tempo.
Tu K2_UNPUBLISHED
Dall’alba al tramonto era sempre
Primavera.
Lo narrava il tuo passo che era lieve
anche da lontano.
Con ammicco degli occhi, che soltanto
io coglievo,
affermavi la bellezza d’incontrarci,
quando a sera,
con gli occhi negli occhi, e il respiro
ansimante,
per il battito del cuore accelerato,
bramavamo,
emozionati,
la speranza di un futuro scritto allora
a quattro mani.
Quei giorni tratteggiarono per noi un orizzonte
e attese…
disegnate con pastelli.
Figlio K2_UNPUBLISHED
Ora
è tempo che viaggi
nel mondo;
che cammini lungo strade
che io non conosco.
Ora
è tempo che cammini da solo,
senza me a tenerti
la mano.
Ora
è tempo che tu vada lontano
lungo piste che segnerai col tuo passo
da uomo.
Ora
è tempo, per me, d’imparare ad amarti
da lontano;
di fidarmi e di credere che sarai vero
uomo.
A mia madre K2_UNPUBLISHED
Il tuo volto è più bello,
ora,
che ti illumina,
nella vecchiaia,
l’ultimo raggio di sole
alla sera.
Ti accarezza gentile
e raccoglie l’orazione
che spandi nell’aria;
l’affida al tramonto,
assieme al ricordo
per noi,
e sale, incenso gradito,
su in alto;
là, dove a noi
non riesce arrivare.
Infanzia K2_UNPUBLISHED
Giornate scandite dalle stagioni;
corse sui prati a guardare le mucche,
e sogni impossibili a dirsi,
alti come le nubi su in cielo:
leggeri,
evanescenti,
fluttuanti,
eroici,
colorati.
E poi ardui da realizzare,
come la bella scrittura,
strappata al pennino
sui banchi di scuola.
Le toppe alle brache,
le tasche sempre vuote,
senza spiccioli,
per comprare leccume.
La sera, dentro casa,
una lampada fioca di luce,
e un abbraccio pieno di affetto
Origine K2_UNPUBLISHED
Forse ho pianto
affacciandomi alla vita;
ma poco,
per non sprecare fiato
godermi quel momento
in cui ti ho vista in volto:
madre.
Poi, mi prese papà in braccio,
osservandomi contento.
Allora ho emesso un grido,
per dire a entrambi grazie:
grazie per l’accoglienza,
grazie del benvenuto.
Fame K2_UNPUBLISHED
Corpi trapassati di luce.
Occhi scavati;
vuoti
come conchiglie.
I piedi
enormi
fragili
sono in cammino;
corrono ad afferrare
le mani:
mani lunghe
protese lontano
ad annaspare,
nel vuoto,
sapore di cibo.