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Piergiorgio

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CI CAMBIERÀ LA STORIA K2_UNPUBLISHED

La bussola, lo sanno tutti, è uno strumento che serve per individuare i punti cardinali, ed è indispensabile viaggiando per mare o in spazi vasti, nei quali non ci siano punti certi di riferimento. La crisi che stiamo attraversando, possiamo ben definirla come uno spazio di vaste proporzioni, dentro il quale siamo costretti a muoverci, avendo chiaro in testa dove vogliamo arrivare. Ma è proprio questo che pare mancare: una direzione certa ed un approdo.
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SENZA ESULTARE K2_UNPUBLISHED

È una festa amara, questa che in molti ci accingiamo a celebrare. Certo, un risultato apprezzabile è stato conseguito, la fine del governo Berlusconi, che non è poco. Personalmente avrei preferito che a deciderne la fine fossero state delle consultazioni elettorali, anziché alchimie di palazzo o pressioni internazionali che sanno tanto di commissariamento del nostro Paese. Benché condivida la generale soddisfazione di tanti cittadini arcistufi dell’inquilino di palazzo Chigi, tuttavia non mi riesce di esultare.
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EROI? K2_UNPUBLISHED

Li hanno chiamati eroi e riservano loro onoranze funebri, cerimonie commemorative con discorsi altisonanti. Tanti fra loro, se solo potessero parlare - è una mia personalissima opinione - direbbero cose molto diverse da quelle che raccontano di loro. Uomini ragazzi, mandati al macello in nome di re, governanti e tante volte farabutti, che si sono riempiti la bocca di amor di patria, difesa della nazione, sacro dovere e via sproloquiando.
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LA VIOLENZA NON È RIVOLUZIONARIA K2_UNPUBLISHED

Sono del parere che l’arma della violenza sia l’arma degli imbecilli, di quanti non hanno capacità di esprimere il proprio punto di vista, di coloro che ritengono di possedere la verità, di quanti sono prigionieri della loro parziale visione del mondo e delle cose, di quanti mancano di quell’ingrediente così umano che si chiama compassione; e cioè la capacità di vedere nell’altro, in qualunque altro, perfino nel nemico più acerrimo una persona con la stessa identica dignità. Quello che fa differente una violenza dall’altra è solo la modalità con la quale viene espressa, ed è difficile affermare quale sia la peggiore; ammesso che si possano fare delle distinzioni.
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NO ALLA LEGGE BAVAGLIO K2_UNPUBLISHED

La libertà di pensiero e di parola parla un linguaggio plurale e sostanzia il concetto stesso di democrazia. Non a caso la nostra Carta Costituzione, all’art. 21, la tutela. Il potere, al contrario, la teme; sempre, e quando può usa degli strumenti a sua disposizione per comprimerla, limitarla canalizzarla a suo favore. Tanto più quando il potere si regge sulla prevaricazione, l’abuso, la manipolazione delle coscienze, l’uso distorto del consenso elettorale conseguito, come sta avvenendo da parte dell’attuale governo.
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UN'OCCASIONE PERSA K2_UNPUBLISHED

La politica, si afferma, è l’arte del possibile, ed è certamente così. È altrettanto vero però che in tantissime occasioni si rivela come la piazza sulla quale gli uomini si esercitano nella tecnica del cinismo. La storia è piena zeppa di esempi in tal senso; non c’è che l’imbarazzo della scelta. Domenica 11 settembre si sono commemorate le vittime degli attentati di dieci anni or sono con l’abbattimento delle Torri Gemelle. Ricordo doveroso e che certamente non basta a riempire il vuoto, a lenire il dolore di quanti hanno perduto nell’occasione i propri famigliari e amici.
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SERVONO TESTIMONIANZE K2_UNPUBLISHED

L’appetito vien mangiando, recita un vecchio adagio. Pare faccia al caso nostro. Come interpretare diversamente il dibattito in corso, tra manovre economiche annunciate, proposte, ritirate e poi ancora rilanciate, per essere nuovamente ridiscusse e ripresentate? Talvolta mi sorge il dubbio, credo non infondato, che contrariamente a quanto si afferma, dietro il gran trambusto di parole si nasconda un vuoto di pensiero, di visione. Difficile sottrarsi alla sensazione che ci sia chi ci marcia, speculando cinicamente su questioni che richiederebbero ben altra levatura di pensiero e di proposta, se non altro per rispetto verso quanti la crisi la stanno già pagando e per coloro che la pagheranno cara anche nel prossimo futuro.
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L’AVIDITÀ CHE UCCIDE K2_UNPUBLISHED

Proviamo a fare un semplice calcolo. Stando a quanto ci dicono i numeri e le inchieste, se la ricchezza complessiva del nostro Paese poniamo sia di valore 1.000 e la popolazione dell’Italia pari a 100 abitanti, avremo questa situazione: dieci persone possederebbero una quota pari a 400 di tale ricchezza e 90 si dividerebbero il restante 600. Sempre dal punto di vista statistico, significherebbe che ciascuna delle 10 persone più ricche potrebbe contare su una ricchezza personale pari a 40, mentre le altre 90 persone di dividerebbero un capitale personale di circa il 6,6.
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UN SEMPLICE SUGGERIMENTO K2_UNPUBLISHED

Parlano, parlano; sono un fiume di parole ma tante volte non dicono proprio niente, o se dicono qualcosa, beato chi li capisce. Non tutti; non sempre, ma certo una buona parte. Mi riferisco a certi politici, ma potrei aggiungere altre persone che in questi ultimi tempi amano pontificare sulla crisi che ci attanaglia e sui rimedi, quando ne parlano, per venirne fuori. Di tanto parlare, una sola cosa mi pare abbastanza chiara, comunque procedano le cose, a pagare saranno sempre gli stessi, in altre parole tutti noi, che in misura diversa già fatichiamo a far quadrare i conti di casa.
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DIRITTI, NON FAVORI K2_UNPUBLISHED

Emergenza umanitaria, l’ha definita, l’ONU, la situazione alimentare in Somalia. Una condizione, ci spiegano i mass media, che si verifica quando il numero di bambini malnutriti supera il 30% e ne muoiono due al giorno su diecimila. In alcune zone di quel Paese, la percentuale di malnutriti ha superato il 50% e i bambini che muoiono, ogni giorno, sono giunti a 6. Anche le statistiche, in questo computo di morte, vogliono la propria parte.
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